Quello che trovo complesso in questa fase iniziale è come far discernere il "bene" dal "male", ossia, supponiamo di dotare il nostro automa con una sensore ottico in grado di rilevare la luminosità (una semplice fotoresistenza). E supponiamo anche che il nostro piccoletto abbia un pannellino solare che ricarica la sua batteria.Come primo istinto primordiale possiamo dirgli:buio = male -> morteluce = bene -> vitaMa assieme agli altri sensi potrebbero esserci situazioni (che individuerà da solo) in cui luce = male, ma definire le priorità mi risulta complicato, cioè, l'istinto di sopravvivenza stessa dell'automa dovrebbe spingerlo a cercare la luce anche in contesti che precedentemente ha classificato come pericolosi... dovrebbe essere una specie di footprint iniziale che ne determinano i comportamenti base, in parole povere sarebbe come definire l'istinto di sopravvivenza. Ci vuole un meccanismo che "scali" il massimo rischio ammesso in funzione dei bisogni primari (in questo caso la luce).Riepilogando dobbiamo:- associare uno o più sensori ai bisogni primari dell'automa- definire il fattore di rischio massimo accettabile in funzione del bisogno primario in un determinato momento (sarebbe inutile e stupido rischiare per una fonte luminosa se la batteria è carica)--- in funzione di quanto detto sopra sono necessari ulteriori sensori interni, come in questo caso la capacità di verificare lo stato di carica della batteria.
definire le priorità mi risulta complicato, cioè, l'istinto di sopravvivenza stessa dell'automa dovrebbe spingerlo a cercare la luce anche in contesti che precedentemente ha classificato come pericolosi... dovrebbe essere una specie di footprint iniziale che ne determinano i comportamenti base, in parole povere sarebbe come definire l'istinto di sopravvivenza. Ci vuole un meccanismo che "scali" il massimo rischio ammesso in funzione dei bisogni primari (in questo caso la luce).
@TheKaneBhai ragione! non ci avevo pensato, in questo modo possiamo concentrarci sulla capoccia del nostro esserino :-D
anzichè simulare ogni singola cella che compone il mondo questo lo lascerei astratto e indefinito, ma simulerei soltanto ciò che è al suo interno, mi spiego.
Supponiamo di voler rappresentare la fonte di un segnale (come potrebbe essere una luce).Se simuliamo il mondo nella sua completezza dovremmo partire dal punto dove la luce si trova e calcolare l'intensità che via via cala nelle celle circostanti, come vantaggio abbiamo una mappa precalcolata molto veloce da gestire e controllare, ma altamente imprecisa proprio dovuta all'approssimazione del valore per ogni singolo blocco.