Autore Topic: RadioWaves: Riflessione di Sassenrath.  (Letto 8100 volte)

Offline TheKaneB

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Re: RadioWaves: Riflessione di Sassenrath.
« Risposta #30 il: 05 Aprile 2012, 15:18:47 »
Sui libri di fisica, ricordo quella barzelletta di Halliday :-)

Io ho studiato dal Mazzoldi e ricordo che il prof (Prof. Giovanni Perez, dell'Uni di Palermo, che ha collaborato in varie ricerche con la NASA riguardo studi sulla corona solare, e che dsar sicuramente conosce) diceva "Ragazzi, se il Mazzoldi vi sembra difficile potete leggere i capitoli più ostici dall'Halliday per avere un'infarinatura" :lol:

Sostanzialmente il Mazzoldi ti dava di ogni formula la relativa dimostrazione e derivazione a partire dalle formule dimostrate nei capitoli precedenti. L'Halliday invece ti spiaccicava le formule già in forma ridotta e spesso in forma di delta anzichè usare la notazione differenziale (che è stata inventata proprio da fisici, come quasi tutta l'Analisi, il calcolo integrale e altre cose...).

La cosa più triste era vedere gli esercizi del Mazzoldi che ti facevano ragionare, mentre quelli dell'Halliday erano strettamente applicativi della formuletta citata nel capitolo di riferimento.

EDIT:

preso da yahoo answers:
Citazione
http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20071211064622AAsFGiC

ciao, io ho studiato sull'Halliday, che mi fu consigliato da amici che fanno ingegneria e mi ci sono trovata molto bene.Spiegazioni molto chiare e molto intuitivo anche, con spiegazioni che a livello qualitativo ti fanno capire. Ci sono esempi pratici riferiti a cose reali. ci sono anche esercizi svolti capitoletto per capitoletto. Sono riuscita a fare l'esame in maniera decente, nonostante io e la fisica siamo davvero 2 mondi a parte...

c.v.d. un libro-barzelletta buono solo per chi con la fisica non c'ha niente a che fare e non vuole impararla
:lol:
« Ultima modifica: 01 Gennaio 1970, 02:00:00 da Guest »

Offline clros

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Re: RadioWaves: Riflessione di Sassenrath.
« Risposta #31 il: 08 Aprile 2013, 07:39:44 »
Credo però che un perito industriale non possa firmare certi documenti ed avere responsabilità civile/penale.

Un perito elettrotecnico abilitato alla professione può progettare e firmare progetti fino alla media tensione (30kV). Quindi può progettare impianti di illuminazione stradale, cabine MT/BT, impianti di subdistribuzione MT (curandone anche gli aspetti "meccanici"), impianti per ambienti a rischio (raffinerie, ospedali, ecc), oltre a impianti domestici.

La differenza con l'ingegnere elettrico è che l'ingegnere può progettare anche sopra la media tensione, incluse anche le centrali elettriche.

A livello europeo non esiste il termine "Perito Industriale", ma quello di "Ingegnere Industriale". (Da perito elettrotecnico, se volessi inviare il mio curriculum in Germania, dovrei scrivere che sono "Ingegnere"!)

Citazione
I periti oggi sono molto svalutati e le aziende cercano "ingegneri" per cose che non gli competono, per il discorso fatto prima

A livello pubblico non credo (i bandi di concorso devono specificare, anche in base a diverse sentenze favorevoli ai periti, che la ricerca è rivolta a Ingegneri **E** Periti. Che poi il titolo di studio superiore permetta di avere maggiore punteggio è un altro discorso)

A livello privato non saprei. Di certo i periti informatici trovano lavoro in 6 mesi circa (almeno qui a Milano). E dopo altri 6 mesi di lavoro (eventualmente integrato anche da certificazioni) ne sanno ben più di me. Confesso che sono invidioso delle loro conoscenze, mentre io sono ancora fermo ai libri dell'Uni!

Leggevo negli anni scorsi su quotidiani nazionali (e anche sul sito del Ministero dell'istruzione) che il lavoro di perito è molto ricercato e che l'offerta è inferiore di molto rispetto alla domanda. Tant'è che agli OpenDay, tappezziamo l'ingresso della scuola con questi articoli, fanno sempre molto presa sui genitori (che, purtroppo  non tengono quasi mai conto delle tendenze dei figli, guardano solo alle possibilità di lavoro. Sicuramente tante, ma se un ragazzo non è portato per l'informatica, c'è poco da fare, sarà cmq uno studente discreto...)

Ammetto però che trovare dei periti con la "P" maiscuola oggi è difficile; credo per l'abbassamento incredibile della qualità dell'istruzione. Se una volta nelle terze ITIS c'erano ragazzini che non avevano problemi con i salti dell'assembly 8086, oggi nelle quinte ci sono studenti che hanno problemi con un banale 'for' ad alto livello. E vengono cmq promossi. :(

« Ultima modifica: 08 Aprile 2013, 07:50:49 da clros »
Claudio CP La Rosa

Offline cdimauro

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Re: RadioWaves: Riflessione di Sassenrath.
« Risposta #32 il: 08 Aprile 2013, 08:33:05 »
A livello privato non saprei. Di certo i periti informatici trovano lavoro in 6 mesi circa (almeno qui a Milano). E dopo altri 6 mesi di lavoro (eventualmente integrato anche da certificazioni) ne sanno ben più di me. Confesso che sono invidioso delle loro conoscenze, mentre io sono ancora fermo ai libri dell'Uni!
Io no. La cultura e la forma mentis che mi ha dato l'università non sono comparabili con quelle acquisite con l'ITIS.
Citazione
Ammetto però che trovare dei periti con la "P" maiscuola oggi è difficile; credo per l'abbassamento incredibile della qualità dell'istruzione. Se una volta nelle terze ITIS c'erano ragazzini che non avevano problemi con i salti dell'assembly 8086, oggi nelle quinte ci sono studenti che hanno problemi con un banale 'for' ad alto livello. E vengono cmq promossi. :(
Anche perché spesso il problema è a monte: sono scarsi gli insegnanti. Ce ne sono un sacco di laureati in fisica, matematica, o qualche altro ramo scientifico, che fatto un corso d'informatica sono stati folgorati sulla via dell'informatica, e si credono programmatori, occupando quelle cattedre. Gente che non hai idea dei danni che fa...

Offline clros

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Re: RadioWaves: Riflessione di Sassenrath.
« Risposta #33 il: 08 Aprile 2013, 08:48:35 »
A livello privato non saprei. Di certo i periti informatici trovano lavoro in 6 mesi circa (almeno qui a Milano). E dopo altri 6 mesi di lavoro (eventualmente integrato anche da certificazioni) ne sanno ben più di me. Confesso che sono invidioso delle loro conoscenze, mentre io sono ancora fermo ai libri dell'Uni!
Io no. La cultura e la forma mentis che mi ha dato l'università non sono comparabili con quelle acquisite con l'ITIS.

Parlavo delle conoscenze in campo lavorativo. Certificazioni tipo quella della Cisco non la prendi all'Uni (almeno, una volta non era così). Per farti un esempio, io saprò bene il funzionamente dello stack teorico ISO/OSI o TCP/IP, conoscerò bene (almeno secondo i miei voti dell'uni) la programmazione distribuita. Ma quando devi mettere in pratica qst cose, se non ti sporchi le mani, se non capisci realmente cosa vogliono dire certe cose, allora non hai capito nulla. Senza contare che il mondo reale è spesso ben più avanti del mondo dell'Uni.

Certo, sapere che un determinato algoritmo ha complessità computazionale migliore di un altro oppure che esistono metodi standard per la risoluzioni di problemi può servire tanto. Ma se al lavoro ti metti a parlare di queste cose e magari non sai che un determinato algoritmo è già implementato in qualche libreria, ti guarderanno male (...come minimo!).

Serve sicuramente come "forma mentis" o per fare ricerca o insegnamento universitario.

Citazione
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Ammetto però che trovare dei periti con la "P" maiscuola oggi è difficile; credo per l'abbassamento incredibile della qualità dell'istruzione. Se una volta nelle terze ITIS c'erano ragazzini che non avevano problemi con i salti dell'assembly 8086, oggi nelle quinte ci sono studenti che hanno problemi con un banale 'for' ad alto livello. E vengono cmq promossi. :(
Anche perché spesso il problema è a monte: sono scarsi gli insegnanti. Ce ne sono un sacco di laureati in fisica, matematica, o qualche altro ramo scientifico, che fatto un corso d'informatica sono stati folgorati sulla via dell'informatica, e si credono programmatori, occupando quelle cattedre. Gente che non hai idea dei danni che fa...
Anche questo è UN problema, ma questa è una cosa che va cercata più in alto, a livello ministeriale.
« Ultima modifica: 08 Aprile 2013, 08:50:55 da clros »
Claudio CP La Rosa

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Re:RadioWaves: Riflessione di Sassenrath.
« Risposta #34 il: 08 Aprile 2013, 08:57:43 »
Secondo me c'è solo una gran confusione di ruoli. Io penso che il lavoro di "scrivere il codice" sia compito di Tecnici, mentre quello di progettare algoritmi sia compito di Computer Scientist. Chi si laurea in Informatica e poi si mette a programmare fa un lavoro che è solo parzialmente sovrapposto al suo percorso di studi.
Un po' come un fisico che si laurea e si specializza in Astronomia e poi si mette a costruire telescopi in fabbrica. Magari c'ha la passione per i telescopi, ma fa un mestiere non suo.

Offline clros

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Re:RadioWaves: Riflessione di Sassenrath.
« Risposta #35 il: 08 Aprile 2013, 09:03:33 »
Secondo me c'è solo una gran confusione di ruoli. Io penso che il lavoro di "scrivere il codice" sia compito di Tecnici, mentre quello di progettare algoritmi sia compito di Computer Scientist. Chi si laurea in Informatica e poi si mette a programmare fa un lavoro che è solo parzialmente sovrapposto al suo percorso di studi.
Un po' come un fisico che si laurea e si specializza in Astronomia e poi si mette a costruire telescopi in fabbrica. Magari c'ha la passione per i telescopi, ma fa un mestiere non suo.
Quoto.
Però, se nessuno ti chiede di progettare algoritmi, fai quello che è in qualche modo più vicino, vale a dire programmare.

E' un po' come l'Ing Elettrico (o quasi sempre il perito elettrotecnico) che si mettono a fare gli elettricisti. E' una cosa che c'entra parzialmente con il percorso di studi fatto.

« Ultima modifica: 08 Aprile 2013, 09:11:32 da clros »
Claudio CP La Rosa

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Re:RadioWaves: Riflessione di Sassenrath.
« Risposta #36 il: 08 Aprile 2013, 09:10:14 »
Si infatti. Ad esempio a me piace programmare e progettare applicazioni, ma ho fatto degli studi da Computer Scientist (che ho lasciato a metà per tanti motivi) puramente per cultura personale. Devo dire che alcune cose mi sono tornate utili per comprendere meglio le tecnologie che uso, ma in generale non credo siano necessarie per fare il lavoro di programmatore (quantomeno su applicazioni semplici).

Il campo in cui ho applicato un po' di più le mie conoscenze è quello dei videogames, in cui ho messo a frutto le mie conoscenze di algoritmica, programmazione parallela, algebra e fisica (meccanica).

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Re:RadioWaves: Riflessione di Sassenrath.
« Risposta #37 il: 08 Aprile 2013, 09:15:16 »
Si infatti. Ad esempio a me piace programmare e progettare applicazioni, ma ho fatto degli studi da Computer Scientist (che ho lasciato a metà per tanti motivi) puramente per cultura personale. Devo dire che alcune cose mi sono tornate utili per comprendere meglio le tecnologie che uso, ma in generale non credo siano necessarie per fare il lavoro di programmatore (quantomeno su applicazioni semplici).
Certo. Anche se un bravo programmatore ne può trarre vantaggio, non a livello di codice su programmi semplici ma sulla sua professionalità (può sicuramente puntare più in alto di uno che qst cose non le conosce; in questo senso è vero quello che ha scritto CDMauro).

Citazione
Il campo in cui ho applicato un po' di più le mie conoscenze è quello dei videogames, in cui ho messo a frutto le mie conoscenze di algoritmica, programmazione parallela, algebra e fisica (meccanica).
Ecco, io per esempio sono una capra patentata in fisica! E probabilmente perchè non l'ho mai applicata a qualcosa di reale...
Claudio CP La Rosa

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Re: RadioWaves: Riflessione di Sassenrath.
« Risposta #38 il: 08 Aprile 2013, 15:43:22 »
A livello privato non saprei. Di certo i periti informatici trovano lavoro in 6 mesi circa (almeno qui a Milano). E dopo altri 6 mesi di lavoro (eventualmente integrato anche da certificazioni) ne sanno ben più di me. Confesso che sono invidioso delle loro conoscenze, mentre io sono ancora fermo ai libri dell'Uni!
Io no. La cultura e la forma mentis che mi ha dato l'università non sono comparabili con quelle acquisite con l'ITIS.

Parlavo delle conoscenze in campo lavorativo. Certificazioni tipo quella della Cisco non la prendi all'Uni (almeno, una volta non era così). Per farti un esempio, io saprò bene il funzionamente dello stack teorico ISO/OSI o TCP/IP, conoscerò bene (almeno secondo i miei voti dell'uni) la programmazione distribuita. Ma quando devi mettere in pratica qst cose, se non ti sporchi le mani, se non capisci realmente cosa vogliono dire certe cose, allora non hai capito nulla. Senza contare che il mondo reale è spesso ben più avanti del mondo dell'Uni.
Ti sbagli, a Messina dove mi sono laureato (Informatica Sienze MM. FF. NN.), ho avuto la possibilità di farmi 3 certificazioni Cisco: CCNA, Fundamental of Network Security e Fundamental of Wireless Lans, che tra l'altro mi hanno permesso di trovare subito lavoro, a differenza della sola laurea  ;)

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Re: RadioWaves: Riflessione di Sassenrath.
« Risposta #39 il: 08 Aprile 2013, 16:44:42 »
Ti sbagli, a Messina dove mi sono laureato (Informatica Sienze MM. FF. NN.), ho avuto la possibilità di farmi 3 certificazioni Cisco: CCNA, Fundamental of Network Security e Fundamental of Wireless Lans, che tra l'altro mi hanno permesso di trovare subito lavoro, a differenza della sola laurea  ;)

MI fa davvero piacere!!!
Io tra Torino e Milano non sono riuscito a far nulla :(

Ma sei di Messina?? Ai miei tempi a Messina c'era un corso universitario per informatica, ma se non sbaglio, non era un corso di laurea...
Claudio CP La Rosa

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Re: RadioWaves: Riflessione di Sassenrath.
« Risposta #40 il: 08 Aprile 2013, 16:48:43 »
Ti sbagli, a Messina dove mi sono laureato (Informatica Sienze MM. FF. NN.), ho avuto la possibilità di farmi 3 certificazioni Cisco: CCNA, Fundamental of Network Security e Fundamental of Wireless Lans, che tra l'altro mi hanno permesso di trovare subito lavoro, a differenza della sola laurea  ;)

MI fa davvero piacere!!!
Io tra Torino e Milano non sono riuscito a far nulla :(

Ma sei di Messina?? Ai miei tempi a Messina c'era un corso universitario per informatica, ma se non sbaglio, non era un corso di laurea...
Provincia di Messina, dal 2000 se non ricordo male esiste il cdl, le certificazioni cisco si facevano perchè il prof di Reti 1, Reti 2, Sicurezza delle reti era super certificato cisco, allo stato attuale non so se si continuano a fare in quel cdl, ormai non vivo più giù da circa 8 anni :(

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