Autore Topic: Software: Open vs. Closed  (Letto 4156 volte)

Offline lucommodore

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Software: Open vs. Closed
« il: 06 Luglio 2011, 17:22:30 »
Citazione da: "AmigaCori"
Citazione da: "lucommodore"
:oops:
pelò nei computel della commodole c'è ubuntu con sw open soulce... :P
sCUSA :lol:

 :violence-hammer:

... la discussione si puo' continuare in altro thread dedicato cosi' non ci incasiniamo  :ugeek:

Riparto da Cori che mi "squiccia" al suolo con il martello (che sembra quello di SuperMario in Donkey Kong) per questo nuovo thread. La discussione è partita dal thread sui prodotti CUSA (qui: viewtopic.php?f=46&t=81&start=75)

In pratica io sostengo che l'attuale software Open Source sia accettabile per quanto riguarda (genericamente) gli applicativi "office" e per quelli di grafica.
Lo sostengo non certo perché si tratti dei migliori programmi in circolazione quanto piuttosto perché rendono possibile l'esportazione in formati adatti alla preproduzione che quindi sono considerabili come veri e propri "progetti esecutivi".
Per me questa è l'unica discriminante tra un programma "serio" e un giochetto: l'interfaccia, le prestazioni, il parco funzioni, eccetera sono a mio parere "solo" i motivi per cui un programma può essere considerato migliore di un altro.

Faccio un esempio:
Se il sw "closed" (commerciale) è come il trapano elettrico black&decker super-professionale, il sw OpenSource fino a qualche anno fa era come il trapanino chicco mentre oggi sembra più il trapanozzo economico della LIDL che, pur non essendo uno strumento altamente professionale, i buchi nel muro li fa davvero.

A tal proposito riporto una frase del compare dsar:
Citazione da: "dsar"
Per me Linux va bene per l'ambito domestico o accademico in cui si vuole risparmiare o lo studente non può permettersi di pagare licenze. Da questi può imparare la base, per poi lavorare con programmi (seri) più grossi.
A me questo sembra non tanto ma tantissimo. Perché l'uso domestico e la didattica non coprono forse buona parte dell'utenza?
Poi è ovvio che quando ci sarà bisogno del camion non ci si potrà presentare con l'ApeCar... :mrgreen:
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Offline TheKaneB

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Re: Software: Open vs. Closed
« Risposta #1 il: 06 Luglio 2011, 17:53:27 »
Il problema è mal posto.

Non si tratta di discutere sistemi Open vs sistemi Closed, ma di programmi hobbistici vs programmi professionali.

Tra i sistemi Open ci sono il 95% di programmi hobbistici, per questo molti fanno schifo... tuttavia ci sono alcuni programmi professionali Open che hanno caratteristiche di alto livello.

Esempi di progetti "professionali" open, che mi vengono così su due piedi:
Java (Sun / Oracle). Prima della cavalcata di .Net era il sistema di riferimento per lo sviluppo di applicativi server di classe enterprise, è il linguaggio standard usato da prodotti Sun e Oracle.
UltraSparc T1 e T2 (Sun / Oracle), sono due design di processori Open per uso DB e storage server ad altissimo rapporto prestazioni / watt, diretti concorrenti dei POWER6 e POWER7 di IBM.
Eclipse (IBM). Uno degli IDE più completi e diffusi, secondo solo a Visual Studio.
Android (Google). Sistema operativo con kernel Linux e userland custom basata su una Virtual Machine di Java altamente ottimizzata.
Webkit (Apple, Nokia/Trolltech, Google, KDE Team). Uno dei più avanzati (forse il più avanzato) engine di rendering HTML, alla base di Safari, Chrome, S60 Browser, Android browser, ecc...

oltre questi ci sono (pochi) altri software di livello "professionale" open che sono mediamente superiori rispetto alla concorrenza. Tuttavia ci sono infiniti altri software professionali che sono Closed e sono molto oltre i concorrenti Open (ad esempio il citato OpenOffice).

Quindi secondo me il problema sta in chi sviluppa il software, non nella licenza utilizzata per la sua distribuzione.
« Ultima modifica: 01 Gennaio 1970, 02:00:00 da Guest »

Offline Amig4be

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Re: Software: Open vs. Closed
« Risposta #2 il: 06 Luglio 2011, 18:23:27 »
beh sul fronte grafico, office, a livello amatoriale e/o per esigenze comuni nell'open c'è da sollazzarsi mi pare...  salendo di grado e di livello con necessità legate ad aspetti di affidabilità, esportabilità e quant'altro potrebbero magari intervenire dei fattori irrinunciabili a tutto vantaggio del Closed.

fondamentalmente io sarei anche pronto a una totale migrazione, os incluso, ma senza per questo partecipare a guerre di religione che probabilmente anche in questo campo esisteranno... anzi mi prendo tutto il tempo di aspettare altre interessanti novità non rinunciando a tutto in un sol colpo, iniziando a saggiare la temperatura dell'acqua con il piede  :D

Spesso si cita Blender come tra i maggiori esponenti del software professionale open source, secondo me è anche un ottimo software per iniziare senza troppe pretese e giungere la dove quell'insieme di conoscenze accumulate permetta di esprimersi al meglio... lo stra consiglio

Offline TheKaneB

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Re: Software: Open vs. Closed
« Risposta #3 il: 06 Luglio 2011, 18:30:20 »
personalmente ti posso dire che lo switch totale a linux è "fattibile", ma non semplice e nemmeno vantaggioso.

Io ho usato solo linux per un periodo di circa 3 anni, e poi sono tornato ad usare Windows e linux (e ultimamente solo Windows) per esigenze lavorative.
I software Open Source attuali vanno più che bene in ambienti non professionali, e se il computer ti serve per lavoro puoi trovare alcuni ambienti professionali in cui l'Open Source è ancora fattibilissimo. Ad esempio lo sviluppo Web con tecnologie Python, Java, PHP e altri lavori legati a questi linguaggi sono fattibilisissimi in Linux usando solo software Open Source. Se invece sei fai un lavoro che implica l'utilizzo di applicativi di diverso genere, si ricade rapidamente nella necessità di usare software commerciali professionali (che girano necessariamente su Windows oppure, in piccola parte, su Macintosh).
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Offline lucommodore

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Re: Software: Open vs. Closed
« Risposta #4 il: 06 Luglio 2011, 19:30:25 »
Citazione da: "TheKaneB"
... I software Open Source attuali vanno più che bene in ambienti non professionali, e se il computer ti serve per lavoro puoi trovare alcuni ambienti professionali in cui l'Open Source è ancora fattibilissimo.
Ecco che intendevo!
Il fatto è che sembra che Windows per sua diffusione e (passatemela) storia, sia largamente sdoganato come "compreso nel prezzo" quando non "free". E quanti grafici (per esempio) comprano le licenze originali Adobe? Mi rispondo: fooooorse 1 su 10.
Credo che se tutti dovessero pagarseli davvero i SW che usano, sai che boom l'open source?  :lol:

Citazione da: "TheKaneB"
(...) Se invece fai un lavoro che implica l'utilizzo di applicativi di diverso genere, si ricade rapidamente nella necessità di usare software commerciali professionali (che girano necessariamente su Windows oppure, in piccola parte, su Macintosh).
Senz'altro! Per il momento è così e probabilmente lo sarà sempre ma all'utenza media non occorre l'eccellenza, basta la sufficienza. E "gratis" è uno di quei valori aggiunti a cui la massa è da sempre più sensibile... :lol:
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Offline cdimauro

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Re: Software: Open vs. Closed
« Risposta #5 il: 06 Luglio 2011, 19:37:31 »
Condivido il pensiero di TheKaneB, che il problema sia mal posto.

Io non dico che non sia possibile arrangiarsi col software open source, ma da qui a parlare di qualità paragonabile ai prodotti closed/commerciali (affermazione, questa, che ha provocato la mia precedente risposta) non se ne parla proprio, perché mediamente questi ultimi sono nettamente superiori.

Idem col discorso che Linux & co. nel giro di qualche anno prenderanno il sopravvento.

La storia dimostra tutt'altro, e difficilmente la situazione cambierà.

Questo NON significa che non ci siano prodotti open source di qualità, di eccellenza. Mai detto questo, ma si tratta delle classiche mosche bianche.

Insomma, un conto è "arrangiarsi" (ultima tesi) e tutt'altra cosa avvicinarsi o addirittura superare i prodotti closed (tesi iniziale).

Non concordo sulla qualità di Eclipse: è un IDE fatto veramente male. Caotico, dispersivo: sembra un patchwork (e in realtà lo è proprio!). C'ho lavorato diverso tempo, ma passato a NetBeans è stata tutta un'altra musica: questo è un IDE "a misura di programmatore" come lo chiamo io. Non basta avere a disposizione miliardi di plug-in, ma bisogna integrarli in un ambiente ben progettato.

Riguardo ad Android, ci lavoro da più di una settimana e mi trovo decisamente male. Da Windows Phone 7 ad Android è stato come tornare indietro alle tempi delle caverne. E per fortuna che l'ambiente è di gran lunga migliorato, come affermano i miei colleghi, per cui non oso immaginare come fosse prima!
Citazione da: "lucommodore"
Citazione da: "TheKaneB"
... I software Open Source attuali vanno più che bene in ambienti non professionali, e se il computer ti serve per lavoro puoi trovare alcuni ambienti professionali in cui l'Open Source è ancora fattibilissimo.
Ecco che intendevo!
Il fatto è che sembra che Windows per sua diffusione e (passatemela) storia, sia largamente sdoganato come "compreso nel prezzo" quando non "free". E quanti grafici (per esempio) comprano le licenze originali Adobe? Mi rispondo: fooooorse 1 su 10.
Credo che se tutti dovessero pagarseli davvero i SW che usano, sai che boom l'open source?  :lol:
Non credo proprio, perché dimentichi il fattore più importante, che non è il prezzo di un prodotto, ma il TCO.

Se sono obbligato a comprare un software commerciale, lo farò senza dubbio se questo mi garantisce una maggior produttività rispetto a uno open/free, perché col tempo risparmiato e/o la maggior produttività me lo ripagherò e, anzi, risparmierò soldi (o ne guadagnerò di più, a seconda dei punti di vista).
Citazione
Citazione da: "TheKaneB"
(...) Se invece fai un lavoro che implica l'utilizzo di applicativi di diverso genere, si ricade rapidamente nella necessità di usare software commerciali professionali (che girano necessariamente su Windows oppure, in piccola parte, su Macintosh).
Senz'altro! Per il momento è così e probabilmente lo sarà sempre ma all'utenza media non occorre l'eccellenza, basta la sufficienza. E "gratis" è uno di quei valori aggiunti a cui la massa è da sempre più sensibile... :lol:
Anche il tempo non è gratis, e su sistemi (s.o., software) open source se ne spende parecchio.

Offline cdimauro

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Re: Software: Open vs. Closed
« Risposta #6 il: 06 Luglio 2011, 19:44:58 »
Totalmente d'accordo.

P.S. Se non ricordo male, il 75% del codice di Linux deriva da aziende private che ne hanno finanziato lo sviluppo, oppure hanno contribuito direttamente col lavoro dei loro dipendenti.

Offline lucommodore

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Re: Software: Open vs. Closed
« Risposta #7 il: 06 Luglio 2011, 20:51:50 »
Citazione da: "cdimauro"
... Insomma, un conto è "arrangiarsi" (ultima tesi) e tutt'altra cosa avvicinarsi o addirittura superare i prodotti closed (tesi iniziale).

Non voleva essere quella la mia tesi iniziale, avevo scritto che "Chiaramente non è come avere una suite Adobe su Win o MacOSX"... Forse la troppa enfasi... mi esalto un sacco negli argomenti che mi piacciono :mrgreen:

Citazione da: "cdimauro"
Non credo proprio, perché dimentichi il fattore più importante, che non è il prezzo di un prodotto, ma il TCO. (...) Anche il tempo non è gratis, e su sistemi (s.o., software) open source se ne spende parecchio.
In ambito professinale sì: tutto giusto e ponderato.
Ma mio cugino magazziniere alla Conad pensa che il TCO sia una pasticca allucinogena e fa i suoi "conti" in modo molto più prosaico: vede che ha in tasca e decide di conseguenza. Quinid se può scaricarsi il photoshop tarocco bene, altrimenti magari si installa Gimp sul suo portatile con WinXP e non si porrà mai il problema di metterci il plugin Separate+ per tirar fuori immagini in CMYK.
Io non vorrei venire frainteso sul fatto che queste mie considerazioni, opinabili o meno che siano, fanno riferimento all'utenza di massa, non agli esperti, non ai professionisti, che sono una piccolissima percentuale dell'utenza.
E tu, concedimelo, sei tutto tranne che un "utente medio"  :mrgreen:

Citazione da: "dsar"
Citazione da: "lucommodore"
E "gratis" è uno di quei valori aggiunti a cui la massa è da sempre più sensibile...
La gente si droga o sperpera soldi prendendo cocktail costosissimi durante il fine settimana. La gente spende dai 30 ai 50 euro solo per il fine settimana. La gente compra un Iphone 4 ad 800 euro, poi quando ti fa vedere quanto è figo ti mostra tutte demo.
C'è una sorta di razzismo verso i programmatori che sviluppano software, o forse pensano che il software lo crea automaticamente un computer e non ha senso pagarlo? Boh.

Forse non ho capito... Io adoro i programmatori, ma proprio come "categoria", soprattutto (mia considerazione, miei riscontri) per via dell'innato approccio intellettuale ai concetti (NSA non ne è forse un esempio lampante?)
Insomma no, non c'è nessun razzismo nei confronti dei programmatori, almeno non credo...
Prendi pure me come esempio: in ufficio (per lavoro) ho sempre usato software originale, poi non credo sia strano se "a casa" (per diletto) provo un po' ad arrangiarmi rovistando nell'open source disponibile o se cedo un po' al richiamo del Mulo :lol:

Citazione
Prima che te la prendi, ho usato il "tu" in modo impersonale, inteso: tu persona generica ;-)

Ma ti pare compare, scrivi bene e si capisce benissimo che vuoi dire  :D
Ad ogni modo ti assicuro che non sono assolutamente più in grado di contare le volte in cui ho rinunciato a serate, bevute o gite per acquistare SW anche vecchio di quasi 30 anni (e CD, vinili, fumetti, miniature, RPG "cartacei"...) :lol:
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Offline Amig4be

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Re: Software: Open vs. Closed
« Risposta #8 il: 06 Luglio 2011, 21:12:22 »
Citazione da: "dsar"
La gente spende dai 30 ai 50 euro solo per il fine settimana. La gente compra un Iphone 4 ad 800 euro, poi quando ti fa vedere quanto è figo ti mostra tutte demo.
C'è una sorta di razzismo verso i programmatori che sviluppano software, o forse pensano che il software lo crea automaticamente un computer e non ha senso pagarlo? Boh.

Io ho acquistato alcuni programmi, ci sono programmi molto più validi di quelli Open Source che ti costano 10-15 euro di licenza, devi fare il taccagno pure qui? Un fine settimana salti un cocktail in un pub e acquisti un software. Fai girare meglio l'economia, oggi conviene aprirsi un pub e non una software house.

Prima che te la prendi, ho usato il "tu" in modo impersonale, inteso: tu persona generica ;-)

Beh acquistato un hardware, magari spaziale, la gente poi diventa improvvisamente tirchia...  :mrgreen: si sà...

la distinzione tra hardware e software non è proprio universalmente chiara; molti acquistando il computer si sentono quasi autorizzati ad avere gratis tutto il software che quel computer può eseguire; e per farti arrabbiare ti dirò qualcosa che non hai considerato oltre ai vari Manhattan nei pub: le scommesse on line, i giochini in flash on line su facebook che vendono varie cagatine necessarie al gioco inizialmente gratuito, e sicuramente una valanga di altre fesserie e bidoni assortiti  :D

Però poi quando viene una scimmia più significativa, iniziando a comprendere l'utilità dei loro i5 - i7, e si inizia ad avere la necessità di software specifici guai a pagare qualche licenza... non esiste proprio, una bestemmia!

Offline TheKaneB

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Re: Software: Open vs. Closed
« Risposta #9 il: 06 Luglio 2011, 23:15:27 »
@cdimauro: in effetti Netbeans lo preferisco anch'io pensandoci meglio :-) è che l'ho usato poco e ho tutti i giorni Eclipse davanti al naso, comunque si aggiunge alla "piccola" lista di applicazioni di classe "professionali" open source.
Per quanto riguarda Android, può piacere o meno, ma tra i sistemi Open Source per smartphone (insieme a SymbianOS e cos'altro? Bada?) è il migliore attualmente. Symbian OS ha un kernel più evoluto, ma poi c'è tutto il contorno che... lasciamo perdere :)

Comunque, non cambia di una virgola il discorso :)
« Ultima modifica: 01 Gennaio 1970, 02:00:00 da Guest »

Offline cdimauro

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Re: Software: Open vs. Closed
« Risposta #10 il: 07 Luglio 2011, 07:20:59 »
Bisogna vedere cosa s'intende per "migliore". E' ancora da poco che lavoro con Android, e non so ancora cosa mi troverò davanti (ma sto stilando una bella lista di cose che non mi vanno giù, ed è già abbastanza lunga :roll:), ma come sviluppatore la piattaforma mi sembra decisamente scarsa (dopo aver lavorato con WP7).
Non ho mai provato un telefonino Android né uno WP7, ma usando i rispettivi emulatori (e ignorando al momento la pachidermicità di quello del primo), l'esperienza d'uso mi sembra migliore nel secondo caso.
Comunque sono ancora impressioni di un "novizio"; aspetto di acquisire altra esperienza per un giudizio più ponderato, ma il mio sesto senso mi dice che difficilmente assisterò a un'inversione di giudizio.

Riguardo a NetBeans, esattamente come Java, era un prodotto chiuso (commerciale). E' stata Sun, dopo averlo acquistato, a renderlo open source (come ha fatto con Java qualche tempo che Oracle l'acquisisse, e dubito fortemente che quest'ultima avrebbe fatto lo stesso :D).

Alla fine se non è un privato a metter mano al portafogli l'open source difficilmente tira fuori prodotti di qualità.

@lucommodore: OK. Considera, comunque, che l'utente comune preferisce installarsi Windows crackato, e pure Photoshop & compagnia, piuttosto che passare ad altro (e i Mac, ad esempio, sono ben più "visibili" di Linux).

Se fosse costretto a pagare (e per questo spero che prima o poi arrivi il TCPA) dubito fortemente che passerebbe a Linux armi e bagagli. Primo per una questione di conoscenza. Secondo per una di comodità: Windows, nel bene e nel male, "funziona" e si porta un notevole carico di applicazioni anche gratuite.

La gente non vuole perdere tempo e impazzire dietro a quella "terribile scatola nera". Persino io, che tu non mi classifichi come "utente comune", non vado per il sottile e ho sposato la filosofia del "Setup, Avanti, Avanti, Fine" per lo stesso motivo.

Io il mio tempo voglio impiegarlo per cose A ME utili. Non a sbattere per far funziona s.o. e/o driver e/o software. ;)

Offline lucommodore

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Re: Software: Open vs. Closed
« Risposta #11 il: 07 Luglio 2011, 11:21:37 »
Citazione da: "cdimauro"
Se fosse costretto a pagare (e per questo spero che prima o poi arrivi il TCPA) dubito fortemente che passerebbe a Linux armi e bagagli. Primo per una questione di conoscenza. Secondo per una di comodità: Windows, nel bene e nel male, "funziona" e si porta un notevole carico di applicazioni anche gratuite.
Beh però (faccio ipotesi e supposte :lol: ) magari su 100 utenti Windows, 60 comincerebbero a cercare e installarci qualche sw open source, una decina proverebbe una distro linux e qualcuno di questi poi la manterrebbe installata, qualcuno passerebbe al Mac (così, tanto per...) ecc. Sembrerebbero grossi numeri anche se venissero divisi per 3 e mi domando: sarebbe così improbabile?

OT
Sul TCPA sono ignorantissimo, però qui (e non solo) ne parlano molto male: http://www.alessandropagano.net/notcpa.html ...
Mi piacerebbe che qualcuno "bravo" aprisse un thread qui su NSA per capirne qualcosa in più.
/OT (chiudo subito che sennò Cori mi squiccia al suolo col martello :P )

Citazione
Io il mio tempo voglio impiegarlo per cose A ME utili. Non a sbattere per far funziona s.o. e/o driver e/o software. ;)
Sacrosanto.

@all
Premesso che il sw d'eccellenza per Linux sopra citato nei vari interventi, a me sembra quasi totalmente legato allo specifico "tradizionale" di Linux ovvero il "lato server" (e presuppone quindi relativi interessi e competenze), vorrei tornare un po' su questo da me scritto in apertura del thread e che riguarda il sw utilizzabile dall'utente a casa:
Citazione da: "lucommodore"
In pratica io sostengo che l'attuale software Open Source sia accettabile per quanto riguarda (genericamente) gli applicativi "office" e per quelli di grafica.
Lo sostengo non certo perché si tratti dei migliori programmi in circolazione quanto piuttosto perché rendono possibile l'esportazione in formati adatti alla preproduzione che quindi sono considerabili come veri e propri "progetti esecutivi".
Per me questa è l'unica discriminante tra un programma "serio" e un giochetto: l'interfaccia, le prestazioni, il parco funzioni, eccetera sono a mio parere "solo" i motivi per cui un programma può essere considerato migliore di un altro.
Ecco vorrei leggere qualche considerazione in proposito perché questa è del tutto personale... :think:
Voglio dire: sennò la discriminante quale sarebbe?
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Re: Software: Open vs. Closed
« Risposta #12 il: 07 Luglio 2011, 14:22:57 »
Citazione da: "lucommodore"
Citazione da: "cdimauro"
Se fosse costretto a pagare (e per questo spero che prima o poi arrivi il TCPA) dubito fortemente che passerebbe a Linux armi e bagagli. Primo per una questione di conoscenza. Secondo per una di comodità: Windows, nel bene e nel male, "funziona" e si porta un notevole carico di applicazioni anche gratuite.
Beh però (faccio ipotesi e supposte :lol: ) magari su 100 utenti Windows, 60 comincerebbero a cercare e installarci qualche sw open source, una decina proverebbe una distro linux e qualcuno di questi poi la manterrebbe installata, qualcuno passerebbe al Mac (così, tanto per...) ecc. Sembrerebbero grossi numeri anche se venissero divisi per 3 e mi domando: sarebbe così improbabile?
Secondo me sì, perché la differenza la fa il software alla fine. Software disponibile (driver & applicazioni) e relativa interfaccia (che su Windows è omogenea, ad esempio: non ti ritrovi con millemila windows manager che mettono davanti all'utente un'interfaccia diversa).
Citazione
OT
Sul TCPA sono ignorantissimo, però qui (e non solo) ne parlano molto male: http://www.alessandropagano.net/notcpa.html ...
Mi piacerebbe che qualcuno "bravo" aprisse un thread qui su NSA per capirne qualcosa in più.
/OT (chiudo subito che sennò Cori mi squiccia al suolo col martello :P )
Ho scritto qualche articolo a riguardo:
TCPA: il mezzo che dà fastidio a priori
La tutela dei beni “immateriali”
I DRM forti sono efficaci?
Perché le tematiche trattate sono, per forza di cose, intimamente legate.

Il primo è più specifico sul TCPA, e ti consiglio di leggerti anche i due thread (molto lunghi, ma importanti per capire ancora meglio i concetti) che indico alla fine del pezzo.

Se, dopo tutto questo materiale, avessi ancora voglia di parlarne, potresti usare gli articoli oppure aprire un thread a riguardo. Meglio non proseguire qui.
Citazione
@all
Premesso che il sw d'eccellenza per Linux sopra citato nei vari interventi, a me sembra quasi totalmente legato allo specifico "tradizionale" di Linux ovvero il "lato server" (e presuppone quindi relativi interessi e competenze),
Anche lato server ci sarebbe di che discutere. Ad esempio per il fatto che Microsoft ha invertito una tendenza negativa con prodotti molto azzeccati, a partire dal 2003 Server, offrendo ai sysadmin tecnologie molto comode per gestire un parco macchine molto grande. Difatti negli ultimi anni il market share di Windows server è in crescita.

Comunque non mi sono mai interessato della versione server (e, in generale, dei server), per cui non sono in grado di proseguire sull'argomento. Amici miei che hanno lavorato per anni a gestire infrastrutture basate su Windows Server me ne hanno parlato molto bene, pur lavorando da qualche anno soltanto con server Linux.
Citazione
vorrei tornare un po' su questo da me scritto in apertura del thread e che riguarda il sw utilizzabile dall'utente a casa:
Citazione da: "lucommodore"
In pratica io sostengo che l'attuale software Open Source sia accettabile per quanto riguarda (genericamente) gli applicativi "office" e per quelli di grafica.
Lo sostengo non certo perché si tratti dei migliori programmi in circolazione quanto piuttosto perché rendono possibile l'esportazione in formati adatti alla preproduzione che quindi sono considerabili come veri e propri "progetti esecutivi".
Per me questa è l'unica discriminante tra un programma "serio" e un giochetto: l'interfaccia, le prestazioni, il parco funzioni, eccetera sono a mio parere "solo" i motivi per cui un programma può essere considerato migliore di un altro.
Ecco vorrei leggere qualche considerazione in proposito perché questa è del tutto personale... :think:
Voglio dire: sennò la discriminante quale sarebbe?
E' una questione ideologica e/o etica. Difficilmente un utente comune passa a Linux, se non per motivazioni di questo tipo.

Lo fa il fanatico che è rimasto folgorato sulla via di Stallman.

Lo fa chi ha un po' di esperienza e ritiene di potersela cavare anche con gli strumenti che mette a disposizione Linux (o *BSD).

Lo fa lo squattrinato che ha qualche rimorso nel piratare la copia di Windows e/o delle relative applicazioni commerciali.

Quest'ultimo caso è molto raro. Perché dalla mia (limitata, sia chiaro) esperienza tutte le filosofie, ideologie, moralismi cadono di fronte al fatto di:
- voler giocare;
- voler ascoltare gli MP3;
- voler guardare i film.

Per cui tanti linuxiani alla fine Windows ce l'hanno installato lo stesso, magari crackato, per giocare. Oppure usano codec basati su tecnologie proprietarie (MP3, AAC, MPEG-1/2/4, ecc.) pur di ascoltare musica e/o guardare film, e magari tutta roba che probabilmente avrà scaricato senza pagare.

Io ho speso un anno e mezzo della mia vita (fra fine 2004 e inizio 2006) dietro a Linux per lavoro, e ho perso tanto di quel tempo che l'azienda avrebbe potuto pagarmi 10 licenze di Windows col CD (o DVD) in oro e l'autografo di Bill Gates.

Dopo l'ultima esperienza negativa ho provato per gioco XP x64 (è più facile trovare driver per Linux che per XP x64) e dopo mezz'ora avevo TUTTO funzionante. Al che mi sono detto: ma vaffanculo Linux. E sono rimasto su XP.

Questo in estrema sintesi.

Offline lucommodore

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Re: Software: Open vs. Closed
« Risposta #13 il: 07 Luglio 2011, 14:53:49 »
@cdimauro
Gran post, grazie 1000! :mrgreen:
Ora vado a leggere gli articoli sul TCPA :geek:
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Re: Software: Open vs. Closed
« Risposta #14 il: 08 Luglio 2011, 20:58:33 »
Io (sempre per far il bastian contrario della situazione :D) vorrei spezzare una lancia delle distro Linux per il desktop: è da fine 2008 (da quando ho la connessione ADSL) che uso quotidianamente Ubuntu (partendo dalla 8.04 e attualmente alla 10.04): non ho vissuto un "trauma" nel cambiare, i driver c'erano e hanno funzionato, c'erano tutti i programmi di cui avevo bisogno.
Non ho dovuto fare configurazioni, cambiare files, compilare software e invocare qualche santo perchè il mio computer partisse, che sembra quasi la prassi sentendo parlare certa gente in giro per il Web.
Neanche installare software è complicato, anzi, più semplice che in Windows grazie ai repository; di solito pure i programmi che devono essere scaricati direttamente da internet o vengono in pacchetto .deb o in un file .run, o meglio in file direttamente eseguibili. Similmente i plugin a/v (giusto per riprendere cdimauro) ci sono, non possono essere installati di default perchè bisogna pagare una piccola tariffa per l'uso, che in Windows è inclusa nel prezzo; i plugin però sono lo stesso nel repository, e si possono scaricare (dato che chiunque ha una copia di Windows, ha già pagato).
Di base c'è il solito OpenOffice (da ora LibreOffice), c'è il solito Gimp, ci sono già i programmi per aprire pdf. Volevo far notare che tutte queste cose vengono installate insieme al sistema, e al primo avvio è già tutto pronto, quando in Windows c'è il tipico giro di Internet a scaricarsi i soliti programmi (o uno è previdente e se li salva in archivio). E un'installazione di Ubuntu 10.04 pesa 1/3 di quella di Windows 7 Home.
Non ho pianto perchè mi mancava Office (che manco avevo in Windows), nemmeno per Photoshop: non sono un editore o un grafico, come non lo è la maggior parte della gente che ha cmq questi programmi installati. Non potevo usare i gioconi, per questo ho sempre tenuto una copia di Windows (XP prima, 7 poi). Ma, dato che non sono un giocatore assiduo, non lo uso quasi mai.

E si, il sistema funziona. Rimane acceso anche per 8 ore nella giornata, ascolto musica o guardo video, navigo su internet, leggo email, chatto e programmo; non mi pare che la mia vita si sia complicata, anzi, forse lato programmatore è più semplice.

Vogliamo parlare dei lati negativi? Va bene: non ci sono driver per tutte le periferiche, non ci sono i grandi programmoni superfighi. E poi?
Nel primo è solo in parte colpa di Linux (kernel), e dei suoi programmatori che (molto stupidamente direi io), non vogliono fare una ABI fissa (anche se l'API, a quanto ho capito, è abbastanza fissa), quindi i driver vanno ricompilati per versioni troppo diverse tra di loro. Per il resto, non gli si può accusare di avere pochi driver, perchè è "colpa" delle aziende che non li fanno. Il secondo, idem.
Ovviamente, non è tanto da dar colpe in giro, che cmq le aziende devono guadagnare, e se vedono che una piattaforma non è nel loro mercato, non la supportano; questo però non vuol dire che Linux Desktop è inusabile.

Immagino i problemi più grandi per un novizio è la scelta della distro; molti magari partono con una Debian che non è il massimo dell'user friendly, o una Fedora o peggio un Gentoo :D. Io al novizio installerei Ubuntu (cosa che ho fatto), perchè Linuxiamente parlando ha molti difetti, è più lenta ed è più pesante di una distro più dura, ma è quella più famosa e supportata per un uso non troppo power.

Questo lungo post per dire che, alla fine, uno switch "totale" è possibile, forse in alcuni punti vantaggioso (minor consumo di spazio su disco per esempio: io tra programmi, librerie e cose varie ho un sistema completamente bloat, e sto occupando 18 GiB di solo sistema).
Se uno poi ha bisogno di programmi specializzati o hardware proprietario, rimarrà su Windows, nessuno lo obbliga a cambiare (a meno che non incontri qualche estremista ;)).

In ultimo, posso raccontare due aneddoti carini che mi son capitati:
- Dopo aver cambiato il computer, ho dato il vecchio a mia sorella, con Ubuntu installato, e lei mi ha detto di rimettere Windows. Detto, fatto. Un giorno, torna da me e mi chiede di rimettere Ubuntu! :D E mia sorella non si può definire un power user...
- Il secondo aneddoto, riguarda il computer di mia cugina. Sempre, sistematicamente e periodicamente Windows XP si bloccava con qualche errore nel settore d'avvio, e sistematicamente dovevo reinstallare. Ho proposto di fare un tentativo e installare Ubuntu 10.04. Nonostante fosse un computer vecchiotto, funzionava abbastanza velocemente (mi son sorpreso pure io). Inizialmente, quando ancora non aveva Internet a casa, era un po' dubbiosa e certe volte, vedendomi maneggiare con i deb, mi proponeva di rimettere XP; ovviamente quando le ricordavo tutte le reinstallazioni cambiava subito idea :D. Una volta arrivata l'ADSL, non mi ha più chiesto nulla, e non ho dovuto più mettere mano al sistema. Con questo voglio dire che anche un utente completamente ignorante in informatica può usare una Ubuntu senza troppi problemi.
« Ultima modifica: 01 Gennaio 1970, 02:00:00 da Guest »

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