Autore Topic: [OFFRO] Serve lavoro ?  (Letto 5500 volte)

Offline lucommodore

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Re:[OFFRO] Serve lavoro ?
« Risposta #45 il: 14 Ottobre 2013, 20:49:03 »
Non mi pare di aver supportato i fancazzisti, tant'è che l'ho pure scritto. Allo stesso modo, non ho detto che l'azienda debba legarsi per forza a un lavoratore, se questi si comporta male. Infine, se è in crisi è giusto che possa licenziare.
E' chiarissimo che non supporti i fancazzisti, compare.
Però per dimostrare che qualcuno si comporta male non basta mai un regolamento o una serie di regoline da seguire, occorre un dispendio di risorse, eventualmente un avvocato. Anche l'azienda "in crisi": quando e come si può dire che un'azienda è in crisi? Come si dimostra o meno? E di nuovo serve l'avvocato.

Ma diversamente no. Se NON ci sono le condizioni di cui sopra non esiste alcun motivo per cui l'azienda debba avere il potere di licenziare arbitrariamente chiunque, perché uccide la dignità dei lavoratori e introduce, di fatto, lo schiavismo.
la dignità dei lavoratori non può esistere se prima non c'è la dignità del cittadino. Se uno non lavora o non ha ancora maturato contributi per usufruire della disoccupazione qual dignità avrebbe oggi? Una donna lavoratrice che fa figli continua a percepire uno stipendio durante la maternità (sempre mai abbastanza), se invece non ha un'occupazione si può anche ammazzare in Italia. E' tutta una truffa: il lavoratore non esiste se prima non è un cittadino e, una volta tutelato il cittadino, non esisterà mai lo schiavismo anche se le aziende potessero licenziare dalla sera alla mattina senza motivo.
E questo non sarebbe un problema, anzi forse sarebbe anche auspicabile...

Considera che già adesso SE tu, lavoratore, ti puoi permettere un avvocato sei privilegiato, ma in ogni caso un'azienda se ne può permettere sempre uno migliore, perché ha più soldi. Quindi il lavoratore parte comunque svantaggiato, ed è la parte più debole che va tutelata.
Sì, nella maggior parte dei casi. Poi però c'è quella minima parte in cui io, lavoratore, sono parente della moglie del vicesindaco o del politico figo o del capo della polizia, o di Don Ciccio, ecc...


Ciò non significa che si debba far carico di tutto l'azienda. se si rimane senza lavoro perché l'azienda è in crisi, DEVE intervenire lo stato.
No compare, lo stato dev'essere sempre presente a prescindere. In mancanza significa che sta distribuendo i suoi oneri e doveri alle aziende, alle famiglie, ad altri.

Ma se licenzia senza motivo, allora deve ne deve pagare le conseguenze. I 5 anni di cui parlavo riguardano, infatti, il caso del lavoratore che vinca la causa e, dunque, viene risarcito del danno subito.
E di nuovo si deve andare in causa... La soluzione giusta invece è quella per cui in causa non ci si debba andare mai!
Vado per assurdo: io datore di lavoro non posso licenziare il mio operaio che mette zizzania tra i colleghi o che non posso dimostrare che si gira i pollici in quanto timbra il cartellino regolarmente o che magari m'ha scopato la moglie ma non si dimostra...
Se ci fosse uno stato serio, un licenziamento diventerebbe un problema forse nell'1% dei casi, non nel 99,9%..

Sempre per tutelare la parte più debole è l'idea di continuare a far erogare lo stipendio se c'è una causa
Lo "stipendio" lo prende dalle aziende chi lavora; chi non lavora per qualsivoglia motivo non può aver diritto allo stipendio ma DEVE aver diritto al sussidio e a tale sussidio deve pensarci lo stato.
E non importa se per ottenere questo si debba pagare anche il 75% di tasse perché tale costo tornerebbe indietro ai cittadini e tutti avrebbero la dignità per vivere decentemente in un sistema che garantirebbe di più ai più bravi.
In mancanza di questo l'essere bravi non conta nulla, ci sarà sempre chi non ha e non avrà mai niente e chi avrà di più sarà sempre e solo per via di ciò che ha ereditato, di chi conosce, di quanti diritti è riuscito ad accaparrarsi a discapito di chi è più giovane, più forte,  più aggiornato, più sveglio, più bravo,  più colto e più produttivo di lui ma che ha avuto la sfiga di "venir fuori" un po' di tempo dopo, a torta già spartita.

Sai compare quale penso che sia il male dell'Italia? Il fatto che la politica sia una corsa al potere e che la cittadinanza sia una corsa al diritto perché ogni cosa che prendi tu sarà una cosa che mancherà ai tuoi figli quando toccherà a loro averne dei propri.
Invece il paese non si eredita dai propri vecchi, lo si prende in prestito dai propri figli: il fatto di aver accollato alle aziende e alle famiglie tutti gli oneri relativi ai diritti sociali del cittadino, trasformandoli in diritti del lavoratore, ha fatto sì che nessuno, fatto salvo chi dispone di grandissimi capitali, possa più imprendere perché costa troppo farlo e ha reso pressoché impossibile farsi una famiglia per chiunque abbia uno stipendio "normale".
Se vogliamo continuare così allora ok, però poi non stupiamoci se il 95% di noi diventa sempre più povero e disgraziato in modo direttamente proporzionale al tempo che passa. Perché poi, quel 5% che invece diventa sempre più ricco (i grandissimi capitali) a schiavizzare tutti gli altri manco ci prova perché se lo ritrova come condizione di base derivante dal fatto che tutti gli altri partono già disgraziati e, di conseguenza, schiavi e impossibilitati a migliorare in alcun modo la propria condizione sociale ed economica, a prescindere da loro valore.
Poi magari mi sbaglio, però nella mia breve vita son già stato sia benestante sia povero, sia studente sia maestro e, come lavoratore, ho fatto già praticamente di tutto: dallo sbarcare il lunario campando di espedienti  allo sfruttato in nero, dal dipendente tipico al socio imprenditore, fino al lavoratore a progetto quale sono ora per mia precisa scelta; e ho avuto a che fare con aziende di ogni dimensione, operando sempre nel settore privato e, in qualche modo, trovandomi sempre bene con i miei padroni, capi, responsabili, colleghi, soci, collaboratori, sottoposti, clienti, fornitori, ecceteramila.
Ora mi manca solo di fare il disoccupato mantenuto ma la vedo talmente impossibile che ci ho perso le speranze visto che non riesco manco ad andare mai in ferie...
Solo che poi mi viene in mente mio nonno che lavorava nel dopoguerra e che, con uno stipendio da semplice operaio, ci sfamava una famiglia di 5 persone e ci costruì una villa di due piani, quella dove vivo ora che, per miracolo, sfuggì dai pignoramenti bancari subiti da mio padre anni fa e che solo per abitarci dentro oggi mi costa qualcosa come 13000 euro l'anno tra bollette e manutenzione ordinaria, ovvero metà di quanto di netto percepisco in un anno lavorando giorno e notte. Quali sarebbero dunque le grandiose conquiste sindacali che sarebbero state fatte negli ultimi 50 anni con le quali via via ho sentito riempirsi la bocca i vari Cofferati, le varie Camusso e altri gran fenomeni che non hanno mai lavorato un giorno?
Quindi la grande vaccata dei diritti del lavoratore giuro che non me la racconta più nessuno: sono solo fregnacce e fregature di massa.
E, intendiamoci, io sono uno piuttosto fortunato rispetto allo scenario attuale.
Finché regge la salute, almeno... ;)
« Ultima modifica: 14 Ottobre 2013, 20:55:35 da lucommodore »
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Offline cdimauro

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Re:[OFFRO] Serve lavoro ?
« Risposta #46 il: 14 Ottobre 2013, 21:46:04 »
Troppe cose dette e a cui rispondere, ma col telefonino è impossibile, per cui al momento... I give up.

Offline lucommodore

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Re:[OFFRO] Serve lavoro ?
« Risposta #47 il: 14 Ottobre 2013, 21:54:15 »
Troppe cose dette e a cui rispondere, ma col telefonino è impossibile, per cui al momento... I give up.
Tu sei più esperto di me di politica, quando potrai rispondere sarà sempre un piacere. Spero però che sia chiaro che ciò che vorrei io è uno stato sociale a favore del popolo tutto e non solo di una parte di lavoratori o l'altra.
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